L’unione e l’affiatamento sono fondamentali in ogni gruppo di lavoro: essi possono aiutare a trovare soluzioni e a generare metodi di lavoro innovativi. In Oesse ci teniamo in maniera particolare allo stare assieme, alla condivisione di momenti formativi e di svago, e a lavorare uniti ed in maniera innovativa seguendo un’unica vision “”Essere un’impronta di eccellenza“.
Come da nostra abitudine abbiamo di recente organizzato una delle nostre giornate di team building. In questo caso abbiamo dato sfogo alla nostra energia con l’Haka Dance! Il divertimento e la soddisfazione sono stati molti, si è trattato di un’attività altamente esperienziale, con elevata partecipazione mentale e fisica di tutti i team dei diversi dipartimenti.
“Haka” significa “accendere il respiro”, da HA (soffio) e KA (infiammare) ed è una danza tesa ad impressionare. La lingua in fuori, i denti serrati, gli occhi spalancati, sono tutti segnali e movimenti volti a comunicare aggressività e potenza, tratti distintivi dello spirito guerriero dei Maori.
La leggenda narra che la danza sia nata a partire da un episodio che coinvolse un importante capo Maori, Te Rauparaha, che per sfuggire a dei feroci assassini si nascose nel pozzo di un piccolo villaggio e con l’aiuto di una giovane coppia fece perdere le proprie tracce. La coppia al principio tentò di convincere gli assassini che l’uomo non si trovava lì, e in quel momento questi, dal pozzo, sussurrava tra sé – in lingua Maori – “Ka Mate, Ka Mate” (io muoio, io muoio). Quando sentì che finalmente gli assassini si erano allontanati urlò di gioia “Ka Ora, Ka Ora” (io vivo, io vivo).
Il mettere in pratica questa danza, utilizzata dagli All Blacks della nazionale neozelandese di rugby per caricarsi prima delle sfide sportive, ha portato alla luce valori fondamentali che ci caratterizzano e che ci teniamo a promuovere. Essi sono:
- passione
- entusiasmo
- tenacia
- spirito di gruppo
- unione
Questi valori continueranno a guidarci nelle nostre relazioni e nelle nostre attività lavorative, ricordandoci che una linguaccia non è da intendersi come un insulto, bensì come una sfida a migliorarsi dall’ accezione positiva!
